27 MARZO 2024 - GIORNATA MONDIALE DEL TEATRO

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    27 MARZO 2024
    GIORNATA MONDIALE DEL TEATRO

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    La Giornata Mondiale del Teatro ha le sue radici nel 1961 quando, su proposta del drammaturgo Arvi Kivimaa a nome del Centro Finlandese, i partecipanti al IX Congresso dell’Istituto Internazionale del Teatro convennero sull’importanza di dedicare una giornata intera al teatro. Da allora, il 27 Marzo di ogni anno è riservato alla celebrazione di questa forma d’arte.

    L’Istituto Internazionale del Teatro, fondato nel 1948 a Parigi dall’UNESCO e da figure di spicco del mondo teatrale, si propone di promuovere gli scambi internazionali nel campo teatrale, stimolare la creazione, incoraggiare la cooperazione e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla rilevanza delle arti sceniche nello sviluppo culturale e nella promozione della pace.

    Oggi, la Giornata Mondiale del Teatro assume un significato profondo. Mentre noi “occidentali” spesso diamo per scontati i nostri diritti fondamentali, come la libertà di espressione e il rispetto dei diritti umani, in molte parti del mondo queste libertà sono ancora negate. La giornata del teatro ci ricorda che la libertà e la pace sono valori preziosi da preservare e promuovere costantemente.

    Ogni anno, un importante rappresentante delle arti sceniche condivide un “messaggio internazionale”, che viene diffuso in tutto il mondo attraverso diverse piattaforme mediatiche. Questo messaggio riflette sull’importanza del teatro nel promuovere la comprensione reciproca e la pace, contrastando l’orrore della guerra.

    Nel 2024, il drammaturgo norvegese Jon Fosse, premio Nobel per la letteratura, ha scritto il messaggio internazionale focalizzandosi sul contrasto tra guerra e arte. Egli sottolinea come l’arte, unendo le qualità individuali di ognuno, possa promuovere la pace, mentre la guerra identifica il diverso come nemico da distruggere. Fosse conclude che “arte è pace”.

    Durante la Giornata Mondiale del Teatro, vengono organizzate varie iniziative per diffondere il messaggio del teatro come veicolo di cultura e pace, tra cui spettacoli teatrali, tavole rotonde, convegni e l’inaugurazione di nuovi teatri. Questa giornata simbolica serve anche a ricordarci di apprezzare e diffondere l’amore per il teatro, un’arte che può trasformare e unire le persone.

    Il 27 marzo 2024 alle 20.30, per la Giornata Mondiale del Teatro andrà in onda lo spettacolo L’arte è pace, una serata a cura di Rai Radio3 e AGIS in collaborazione con International Theatre Institute.

    Il 25 Marzo Lisa Ferlazzo Natoli insieme alla direttrice Lilli Cecere e gli allievi del terzo anno, Lucia Calamaro, Rosalinda Conti, Concita De Gregorio, Davide Enia, Alessandro Ferroni e tanti altri sono stati nella Sala A in via Asiago di Rai Radio 3

    “Teatro significa vivere sul serio
    quello che gli altri nella vita recitano male”.

    Eduardo de Filippo



     
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    Ecco il messaggio dello scrittore e drammaturgo
    norvegese Jon Fosse, Premio Nobel 23.
    Messaggio semplice quanto drammaticamente urgente.

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    “L’arte, la buona arte, riesce, in modo meraviglioso, a coniugare l’assolutamente unico con l’universale. Ci permette di comprendere ciò che è diverso – ciò che è estraneo, si potrebbe dire – in quanto universale. Così facendo, l’arte supera i confini tra le lingue, le regioni geografiche, i paesi, mettendo insieme non solo le qualità individuali di ciascuno, ma anche, in un altro senso, le caratteristiche individuali di ogni gruppo di persone, ad esempio di ogni nazione. L’arte non lo fa appiattendo le differenze e rendendo tutto uguale, ma, al contrario, mostrandoci ciò che è diverso da noi, ciò che è estraneo o straniero. Tutta la buona arte contiene proprio questo: qualcosa di estraneo, qualcosa che non possiamo comprendere completamente e che, allo stesso tempo, in un certo senso, comprendiamo. Contiene un mistero, per così dire. Qualcosa che ci affascina e che ci spinge oltre i nostri limiti, creando così quella trascendenza che ogni arte deve contenere in sé e alla quale deve condurci. Non conosco modo migliore per unire gli opposti […] Tutta la buona arte, in fondo, si basa sulla stessa cosa: prendere l’assolutamente unico, l’assolutamente specifico, per renderlo universale. Unire il particolare all’universale, esprimendolo artisticamente: non eliminando la sua specificità, ma enfatizzandola, lasciando risplendere ciò che è estraneo e non familiare”.

     
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