SECONDO APPUNTAMENTO CON I CONSIGLI DELL'AIRC: SMETTERE DI FUMARE

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    SECONDO APPUNTAMENTO
    CON I CONSIGLI DELL'AIRC:
    SMETTERE DI FUMARE


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    Tra le buone abitudini per prevenire e non favorire lo sviluppo di un cancro c'è sicuramente il non fumare. La correlazione tra fumo e tumori - ma anche malattie come l'infarto, l'enfisema e tante altre - è dimostrata da una grande mole di prove scientifiche.
    Si calcola che ogni anno in tutto il mondo il fumo uccida 8 milioni di persone (oltre 7 milioni a causa del consumo diretto, i restanti per esposizione passiva). In Italia si stima che le morti attribuibili al fumo siano 93.000 ogni anno e più di un quarto delle vittime del fumo hanno un'età compresa tra i 35 e i 65 anni.
    Probabilmente anche la pandemia ha prodotto importanti effetti sull’aumento dei fumatori rilevato negli ultimi anni. Il calo del consumo di tabacco che proseguiva dall’inizio degli anni Duemila si è invertito nel 2022, con un aumento del 2,2 per cento del numero di fumatori sia tra gli uomini sia tra le donne.

    Ecco i 6 buoni motivi per smettere di fumare:
    1. La ragione più importante per smettere di fumare è certamente legata alla propria salute. Il fumo di sigaretta rappresenta la più importante causa di morte evitabile nella nostra società: gli si può attribuire la maggioranza dei casi di tumore al polmone, alla gola (o al cavo orale), e inoltre aumenta il rischio di cancro al seno, alla vescica, all'intestino e ad altri organi. I danni del fumo sulla salute non si limitano solo al campo oncologico: fumare favorisce l'insorgenza di patologie del cuore, dei vasi sanguigni e dei polmoni, patologie che oltre ad accorciare potenzialmente la vita ne compromettono la qualità.
    2. Secondo l’OMS, 1,2 milioni di decessi nel mondo sono riconducibili ogni anno al fumo passivo. Inoltre si stima che i non fumatori che vivono o lavorano a fianco di un fumatore, che non si allontana quando accende la sigaretta, hanno il 25% di probabilità in più di ammalarsi di tumore al polmone o di malattie del cuore rispetto a chi non è esposto al fumo passivo. Anche i bambini esposti al fumo passivo corrono un rischio superiore ai loro coetanei di andare incontro a bronchiti, polmoniti, attacchi di asma, otiti e meningiti e per quanto riguarda i neonati aumenta il pericolo di morte in culla.
    3. È necessario sottolineare anche quanto costa questa cattiva abitudine e quanto si potrebbe risparmiare abbandonandola. Sigari, sigarette e pipe fanno male al portafoglio oltre che al corpo e ogni settimana, mese, anno, che non si fuma permette di avere più soldi in tasca per concedersi qualche regalo.
    4. Il fumo crea dipendenza e questo può portare a un circolo vizioso: non si riesce a smettere, nonostante la consapevolezza dei rischi. Assumere sostanze come alcol, droghe e appunto il tabacco riattiva di continuo la produzione di dopamina, provocando inizialmente un senso di piacere, che nel tempo diventa un bisogno per evitare la sensazione di carenza. Inoltre la nicotina aumenta il livello di attenzione, riduce l’appetito e induce un senso di ansia o irritabilità.
    5. Smettere di fumare può regalare un aspetto migliore, migliorando così sia il confronto con lo specchio sia la propria vita sociale. Un forte fumatore, infatti, si riconosce anche da segni esteriori non gradevoli: denti gialli e alito cattivo, macchie di nicotina sulle dita, invecchiamento della pelle. Anche gli abiti sono spesso impregnati di un odore che può dare fastidio.
    6. Il 5 per cento circa della deforestazione mondiale è dovuto alla coltivazione del tabacco. Ma non solo: per la produzione di una sola sigaretta si utilizzano circa 3,7 litri di acqua, mentre l’intera filiera ne consuma 22 miliardi di tonnellate ogni anno. Nel complesso tutta la manifattura del tabacco, il trasporto, la distribuzione e produzione dei pacchetti di sigarette producono 80 milioni di tonnellate di emissioni di CO2. I danni riguardano anche la produzione e lo smaltimento dei rifiuti, dal pacchetto di carta delle confezioni di sigarette al rivestimento in plastica, fino ai mozziconi: questi ultimi rappresentano un pericolo diretto per l’ambiente, perché non sono biodegradabili e rilasciano microplastiche.


    da airc



    Edited by barbarart - 29/9/2023, 11:44
     
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